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La Federal Reserve USA si incontrerà questa settimana e la decisione se alzare nuovamente i tassi di interesse è sul filo del rasoio. Gli indicatori di recessione potrebbero far alzare l'allerta, ma il mercato del lavoro regge estremamente bene. In previsione della decisione verranno pubblicati i dati IPC chiave, che determineranno le aspettative della Fed. Giovedì sarà poi il turno della Banca centrale europea, prima della chiusura di una settimana impegnativa dal fronte delle banche centrali con l’azione della Bank of Japan.

Ecco i principali eventi di questa settimana:

Lunedì

L’inizio di settimana sarà piuttosto tranquillo con alcuni dati sull’inflazione IPP in Giappone, dati sull’inflazione all’ingrosso in Germania e dati sugli investimenti diretti stranieri in Cina. A seguire l’appetito del mercato per il debito statunitense verrà messo alla prova con l'asta dei titoli di Stato decennali dopo che la questione del tetto del debito ha tenuto banco tra gli investitori, timorosi che potesse drenare liquidità sul mercato. Il Tesoro USA potrebbe emettere fino a $1.3 bilioni di debito a breve termine quest’anno, drenando denaro e liquidità dai mercati e forzando così i rendimenti al rialzo. Oracle pubblicherà le trimestrali.

Martedì

La frenata dell’inflazione IPC headline negli USA è ciò che il mercato desiderava lo scorso mese, con le azioni che sono avanzate, guidate dal Nasdaq e a fronte del calo dei rendimenti. L’IPC headline è calato del 4.9% ad aprile, ma l’inflazione core è rimasta al 5.5%. Con l’uscita dei nuovi dati all’inizio della due giorni di incontro della Fed, questi verranno valutati attentamente dai policymaker. La previsione in tempo reale della Fed di Cleveland dell’8 giugno vede un’inflazione mese su mese dello 0.19% e un’inflazione core dello 0.45%, il che porterebbe il tasso di inflazione annualizzato rispettivamente al 4.1% e al 5.3%.

Mercoledì

Play, pausa o salta: La Fed potrebbe alzare i tassi di 25 punti base e segnalare ulteriori rialzi (fortemente hawkish) o che per ora è tutto (rialzo dovish); può scegliere di mettere in pausa i rialzi e segnalare che attenderà ulteriori dati (dovish soft); oppure saltare l’aumento e segnalare che alzerà i tassi a giugno (mantenimento dello status quo ma hawkish). Nel corso dell’ultimo mese i mercati hanno generalmente prezzato una chance di circa 1 su 4 di assistere ad un rialzo e ora invece è quasi 1 su 3. Molto dipenderà dai dati sull’inflazione IPC del giorno precedente. Sappiamo che il mercato del lavoro è rimasto solido, anche se le indagini delle aziende puntano ad un rallentamento marcato e gli indicatori recessionari sono in allerta.In giornata verranno pubblicati i dati sull’inflazione IPP USA e i dati sul PIL nel Regno Unito.

Giovedì

La palla passerà alla Banca centrale europea (BCE), che sembra essere più hawkish ora che l’inflazione è continuata a crescere oltre le aspettative. Rialzi dei tassi a questo incontro e a luglio sembrano assicurati. La sensazione è che la BCE sia determinata a prediligere tassi più elevati e non a tagliarli. Nell’ultimo incontro di maggio, la BCE ha alzato i tassi di 25 punti base e ha segnalato che ci saranno ulteriori rialzi, anche se non è stata fornita una guidance formale sulle mosse future. La BCE ha anche indicato che probabilmente interromperà i reinvestimenti nell’ambito del programma di acquisto asset (APP) a luglio, una posizione ritenuta un po’ più hawkish rispetto al rialzo contenuto messo in campo. Sembra quindi che a giugno e luglio assisteremo a nuovi rialzi, oltre non è ancora dato a sapere, dal momento che la BCE teme un possibile rallentamento della crescita e che gli effetti dei rialzi siano già nel sistema ma ancora non si vedano. In giornata verranno pubblicati i dati sulle vendite al dettaglio USA, sulla produzione industriale negli USA e l’indice manifatturiero Empire State.

Venerdì

La Bank of Japan sembra voler mantenere lo status quo di politica monetaria, ma la questione principale non trova ancora risposta, ovverosia se metterà mano alla politica di controllo della curva dei rendimenti e quando potrebbe iniziare a normalizzarla. La crescita Q1 ha superato le aspettative, ma si prevedono avversità a fronte del rallentamento dell’economia globale. La BoJ ha perso la finestra per normalizzare la politica? Se gli effetti a scoppio ritardato degli aumenti dei tassi della BCE e della Fed si vedranno sulle esportazioni nell’H2 e nel H1 2024, l’inflazione e la crescita potrebbero diminuire, e la BoJ si troverebbe ad aspettare senza aver ancora normalizzato la politica. Con l’USDJPY a quota 140, si parla nuovamente di un intervento sul mercato delle divise. In giornata verranno pubblicati anche i dati finali sull’inflazione IPC nell’area euro, oltre ai dati sulla fiducia dei consumatori della University of Michigan e sulle aspettative sull’inflazione.

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