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Venerdì Jan 5 2024 17:27
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I dati sull’inflazione USA e in Cina sono i principali dati economici della settimana dal fronte macroeconomico, ma venerdì avremo l'evento clou con l’avvio non ufficiale della stagione delle trimestrali a Wall Street. Si partirà con le grandi banche: JPM, Bank of America, Citigroup e Wells Fargo.
La Bank of Japan probabilmente cambierà politica quest'anno; bisognerà vedere però i tempi. Molto dipenderà dai dati economici, quindi presta attenzione agli ultimi dati sull’inflazione IPC core di Tokyo. Una garanzia di un’inflazione sostenibile ad un livello pari o superiore al 2% è un prerequisito affinché la banca centrale possa normalizzare la politica. La BoJ ha lasciato invariata la politica a dicembre e ha segnalato di non aver fretta di alzare i tassi fino ai negoziati salariali di primavera. Il Governatore Ueda ha dichiarato: “è difficile presentare un quadro chiaro di uscita (dalla politica ultra accomodante)” e ha aggiunto di “non avere un’immagine dettagliata dei passi da compiere e l’ordine in cui bisognerà compierli per uscire da tassi di interesse negativi”. In giornata verranno pubblicati anche i dati sugli ordini alle fabbriche in Germania e sull’inflazione in Svizzera.
La seduta di martedì sarà relativamente tranquilla dal fronte dei dati economici ad alto impatto. I dati sulle vendite al dettaglio in Australia e il monitor delle vendite al dettaglio BRC dal Regno Unito saranno interessanti prima dei dati sulla produzione industriale in Germania.
Martedì verrà pubblicato il rapporto sull’inflazione IPC in Australia e dovrebbe aiutare a definire le aspettative per i prossimi passi della Reserve Bank. L’indicatore IPC mensile è avanzato del 4.9% nei 12 mesi chiusi ad ottobre, il che è leggermente inferiore dell’aumento previsto e un notevole calo dal 5.6% toccato a settembre. La RBA prevede che il rialzo dei prezzi freni al 2.9% entro il dicembre 2025. Se vorrà aumentare i tassi a febbraio è cosa da vedersi, dal momento che ha mantenuto i tassi in pausa da novembre, ma ha messo in guardia sul fatto che potrebbe alzare nuovamente i tassi a seconda dei progressi dell’inflazione. Per questo motivo il rapporto sull’inflazione verrà valutato attentamente dai trader dell’AUD. L’asta del decennale USA sarà a sua volta da monitorare per valutare la propensione.
Questa settimana tutti gli occhi sono puntati sul rapporto sull’inflazione IPC USA per il mese di dicembre. La Fed utilizza l’incontro di dicembre per segnalare prossimi tagli dei tassi. L’inflazione è stata battuta, a giudizio del mercato, quindi il rischio sta aumentando. Qualunque cosa che faccia pensare in modo diverso e suggerisca che la Fed possa ancora optare per il mantra “higher for longer” andrà ad innervosire il consenso e produrrà volatilità. Bisognerà vedere quanto ancora potrà scendere l’inflazione. Il tasso headline per il mese di novembre è calato al 3.1% su base annuale dal 3.2%. Tuttavia, l’inflazione core è aumentata dello 0.3% a novembre, mentre il valore core anno su anno è rimasto piatto al 4%. Ma è sempre l’ultimo miglio ad essere difficile: la Fed potrebbe deludere le aspettative del mercato rispetto al taglio dei prezzi nella prima metà dell’anno, qualora l’inflazione rimarrà al livello iniziale.
La settimana si chiuderà con i dati sull’inflazione IPP e IPC cinese, che di recente sembrano suggerire una situazione di deflazione. I prezzi al consumo sono calati dello 0.5% nell’anno conclusasi a novembre, per il più importante calo in 3 anni, mentre i prezzi alla produzione sono calati del 3%. In giornata verranno pubblicati i dati sul PIL del Regno Unito e l’inflazione IPP USA. L’attenzione però passerà ora alle trimestrali. Le grandi banche di Wall Street daranno il “la” e dovrebbero fornire indicazioni sullo stato di salute dell’economia USA più in generale.
Trimestrali: Bank of America (BAC), BlackRock (BLK), Citigroup (C), Delta Airlines (DAL), JPMorgan Chase & Co (JPM), UnitedHealth Group (UNH), Wells Fargo & Co (WFC)