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Venerdì Dec 8 2023 09:45
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Questa sarà una settimana importante per le banche centrali, poiché la Federal Reserve, la Banca centrale europea, la Banca nazionale svizzera e la Bank of England definiranno la politica monetaria. Tutte e quattro le banche sembrano puntare a mantenere invariati i tassi. Gli osservatori di mercato vorranno vedere se ci sono cambi di prospettive rispetto al mantra di tenere i tassi a livelli elevati per più a lungo o se vorranno far rivedere al mercato il loro prezzamento di tagli dei tassi aggressivi nel 2024.
I mercati digeriranno i rapporti sull’inflazione cinese pubblicati nel corso del weekend, vedendo se si parlerà di deflazione e se è qualcosa che potrebbe essere esportato in Occidente. Avremo anche un’anticipazione delle idee della banca centrale con l’intervento del governatore della RBA Bullock. Si terrà un’asta del decennale USA prima dell’incontro del FOMC e i mercati continueranno a digerire i risultati del rapporto NFP di venerdì.
Gli ultimi dati economici importanti per la Fed saranno il rapporto IPC USA mensile per il mese di novembre. L’inflazione è calata al 3.2% ad ottobre, nel primo calo degli ultimi 4 mesi, che ha portato ad un calo dei rendimenti delle Treasury e ad un rafforzamento dell’azionario. L’inflazione core è avanzata del 4.0%, al ritmo più contenuto dal settembre 2021. I dati vanno a confermare sempre più la sensazione del mercato che la Fed abbia completato i rialzi e ora si può iniziare a pensare a tagli.
Giorno dedicato alla Fed. Quasi certamente il FOMC terrà l’intervallo target per il tasso dei Federal Funds tra il 5.25% e il 5.50%. Questa sarebbe la terza pausa consecutiva e una ulteriore conferma che il tasso terminale è ormai raggiunto. Cosa di maggior importanza per il mercato saranno le proiezioni economiche e il cosiddetto “dot plot” per valutare quelli che secondo i policymaker potrebbero essere i tassi di riferimento nel 2024. Il mercato sta attualmente prezzando tagli aggressivi per il prossima anno, ma finora gli oratori della Fed non sono passati a questa narrativa. L’incontro di dicembre è un buon momento per cambiare retorica e iniziare a parlare delle previsioni del mercato.
Probabilmente la Bank of England ha finito a sua volta con lo stringimento dei tassi e lascerà il tasso di riferimento al 5.25%, dopo la pausa presa già a novembre. Gli swap sui tassi di interesse britannici indicano che la BoE taglierà i tassi il prossimo anno, anche se il governatore Andrew Bailey è stato cauto nel supportare questa opinione, sottolineando che l’inflazione rimane troppo elevata e screditando le discussioni sui tagli dei tassi. La BCE si prenderà a sua volta una pausa, con l’inflazione in calo al 2.4% e i mercati che prevedono ora tagli per 150 punti base nel 2024. La Lagarde dovrà quindi fare i conti con questa situazione. Nel frattempo la Banca nazionale svizzera potrebbe a sua volta scegliere di mantenere il tasso di politica monetaria all’1.75% dopo il calo dell’inflazione. L’IPC svizzero è calato all’1.4% anno su anno dall’1.7% di ottobre, per il sesto mese consecutivo in cui la lettura è rimasta all’interno del target di stabilità dei prezzi della BNS.
Le azioni delle banche centrali saranno ormai alle spalle e l’attenzione tornerà sui dati economici, con i PMI servizi e manifatturieri flash da Eurozona, Regno Unito e USA. I dati sulla produzione industriale e sulle vendite al dettaglio in Cina verranno valutati per comprendere lo stato della domanda domestica e della produzione nel paese. In giornata avremo anche l’indice manifatturiero Empire State.