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Non sono molte le settimane più importanti di questa per le banche centrali: la Federal Reserve, la Banca centrale europea e la Banca d’Inghilterra sono tutte pronte ad aumentare i tassi per l’ultima volta nel 2022, a conclusione di un anno di aggressiva stretta monetaria. Ma non è ancora finita: tutti gli occhi sono puntati su quanto grande sarà l’ulteriore inasprimento delle banche centrali nel 2023.

Ecco gli eventi principali della settimana:

Lunedì

La settimana inizia con gli ultimi dati sul PIL del Regno Unito, che probabilmente riveleranno un ulteriore rallentamento dell’attività economica. I dati recenti hanno mostrato che l’economia del Regno Unito ha subito una contrazione nel terzo trimestre ed è quasi certo che il paese si stia dirigendo verso la recessione. L’OCSE ha informato che il Regno Unito è in ritardo rispetto agli altri Paesi del G7 dopo la pandemia, con l’economia in calo dello 0,4 % dall’ultimo trimestre del 2019. Il pensiero della recessione è ormai opinione diffusa, ma i dati riveleranno quanto la situazione potrebbe peggiorare prima che la tendenza cambi.

Martedì

Il momento principale saranno i dati chiave sull’inflazione degli Stati Uniti per il mese di novembre, mentre prenderà il via la riunione di due giorni del FOMC. Una frenata dell’inflazione CPI il mese scorso è stato visto come un segnale per acquistare da parte degli investitori, desiderosi di far crescere i titoli crollati verso la fine dell’anno. Ad ottobre la crescita annua dei prezzi al consumo è rallentata al 7,7 %, con il tasso più basso da gennaio e ben al di sotto dell’8 % previsto. C’è stato anche un gradito rallentamento dell’inflazione core, che è aumentata dello 0,3 % su base mensile, ben al di sotto dello 0,6 % registrato a settembre. Saranno da tenere d’occhio anche i dati sull’occupazione nel Regno Unito e il sondaggio tedesco ZEW sul sentiment.

Mercoledì

Il giorno della decisione del FOMC: la domanda è se la Fed aumenterà i tassi di 75 o 50 punti base. I mercati preferirebbero il più basso tra i due aumenti, ma i dati sull’inflazione del giorno precedente riveleranno probabilmente quale sarà la direzione della Fed. Il presidente Jay Powell ha recentemente dichiarato che avrebbe senso “moderare il ritmo dei nostri aumenti dei tassi mentre ci avviciniamo al livello di contenimento che sarà sufficiente a ridurre l’inflazione… Il momento per moderare il ritmo degli aumenti dei tassi potrebbe arrivare durante l’incontro di dicembre”. Da prestare attenzione anche ai dati sull’inflazione CPI nel Regno Unito.

Giovedì

In arrivo una raffica di dati dalle banche centrali: È probabile che la Banca centrale europea alzi i tassi di 50 punti base, ma gli operatori sono alla ricerca di segnali di un atteggiamento accomodante sottinteso, ma abbastanza evidente dalle osservazioni di alcuni politici. Si prevede che anche la Banca d’Inghilterra incrementerà i tassi di altri 50 punti base, ma continuerà a mostrarsi accomodante affermando che i mercati stanno ancora scontando troppi rialzi. Dopo aver terminato con i tassi negativi a settembre, gli operatori saranno in allerta per scoprire se la Banca nazionale svizzera procederà a nuovi rialzi. Da tenere sott’occhio anche le vendite al dettaglio negli Stati Uniti, l’indice manifatturiero dell’Empire State e le richieste di disoccupazione settimanali.

Venerdì

Dopo tutti i dati provenienti dalle banche centrali, il mercato andrà direttamente sui dati del sondaggio flash PMI da Europa, Stati Uniti e Regno Unito. Questi indici di diffusione hanno acceso l’allarme della recessione: anche se è probabile la situazione perdurerà, gli operatori faranno attenzione a qualsiasi spostamento di questa tendenza verso una visione più espansiva, con la Cina che cerca di riaprire e i segnali di inflazione che si allentano. Da non dimenticare anche i dati sulla fiducia dei consumatori nel Regno Unito e quelli sulle vendite al dettaglio.

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